
Pier Giuseppe si è rimesso in cammino e per continuare a sorridere ricordandolo, come non citare la sua ultima realizzazione civica e cioè "Regala un Sorriso" (aggregazione di tante realtà del volontariato alessandrino)?
Per non parlare della sua spiegazione del titolo, a lui attribuito, di "Sir Volpe":
"Devo una spiegazione per quanto riguarda “Sir Volpe”. Quando ero Capo Reparto (si dice ancora così ?) insistevo continuamente, soprattutto con l’alta squadriglia (Capi Sq. e vice), sul tema dell’educazione, in quanto ambivalente. Da un lato dovevamo sollecitare il Lupetto, l’Esploratore, il Rover a scoprire i propri “talenti “ personali e a realizzarli. Dall’altro lato incoraggiare la loro intelligenza a scoprire la realtà oggettiva, il patrimonio di conoscenza. Inoltre insistevo sempre anche sul valore della volontà e della perseveranza. Ecco come è venuto fuori, per loro divertimento, “vol.pe.”. Devo spiegare anche il “Sir”. Nell’immediato dopoguerra, per noi italiani, esistevano due principali riferimenti scout : quello francese e quello inglese. Personalmente non avevo dubbi sulla scelta inglese e, sempre per loro divertimento, mi hanno aggiunto “Sir”. Pier Giuseppe"
Come non ricordare poi la centralità del tema dell'educazione dei giovani in lui ben presente sin dal secondo dopoguerra quando fu tra gli artefici della rinascita dell'Asci a fianco di Salavatore Salvatori?
E come non ricordare l'impegno, la passione e l'entusiasmo con i quali si gettò nella nuova avventura dello Scautismo Adulto del MASCI?
Qui, il ricordo di Mario Bianchi: "Ciao. Pier Giuseppe è stato un grande amico di gioventù di mio padre. Sono cresciuti insieme giocando in piazza Genova, dal canonico Don Storniti hanno conosciuto insieme Don Benzi. Insomma hanno fatto un po' di strada insieme, ogni tanto mi raccontava le "mascalzonate" che facevano insieme, la mamma di Pier Giuseppe, che già da piccolo soffriva di sinusite, che lo inseguiva per coprirlo, piccoli episodi di un passato sereno. Non gli dirò che è tornato alla casa del padre, sono sicuro che preferisce ricordarlo così com'era, con la sciarpa ed il cappello anche in piena estate, con le sue fantasie e la sue incrollabile fiducia nell'uomo. Grazie Pier Giuseppe e prepara un piccolo posto anche per i tuoi amici e, se lo meriteremo, per noi. Un abbraccio. Mario"
Qui, il ricordo di Biagio Verde: "Pier Giuseppe Alvigini è deceduto. Qualcuno ha detto che quando muore un anziano è come se bruciasse una biblioteca, con Piero è venuto a mancare molto, ma molto di più. Uomo di grande tensione spirituale e di impegno concreto ha informato la sua vita al SERVIZIO, in questo, e non solo, mi piace accomunarlo ad un altro “grande”, che lo ha preceduto nel regno dei cieli, con il quale aveva condiviso parte importante della sua attività terrena : Don Alessandro Benzi, per entrambi è valso il “non sono venuto per essere servito, ma per servire”. Dall’alto, insieme e con tanti altri scout (“...e lassù, e lassù ci son gli scout”, avranno molto da fare perché questo mondo diventi migliore di come l’hanno lasciato così come in vita hanno operato per lasciarlo meglio di come l’hanno trovato. Buona strada Piero e grazie di tutto. Biagio"
Qui, il ricordo di Renato Balduzzi: "Dovunque operasse, Pier Giuseppe Alvigini (Piero, per tanti amici) ha portato pace e stimolo a migliorarsi: nell’associazionismo di Azione cattolica, nello scoutismo, nella fraternità domenicana, nel sindacato, nelle tante occasioni di partecipazione civile cui partecipò o che egli stesso inventò. Incontrarlo significava apprendere sempre qualche cosa che ti faceva pensare. Spirito libero, traeva dalla fede cristiana non un arido elenco di precetti, ma la radice della libertà stessa. Chiamarlo apostolo della partecipazione non è enfatico: per lui partecipare, nella chiesa come nei quartieri, nel volontariato come nella ricerca filosofica, era al tempo stesso segno della comune umanità ed esperienza di dignità personale. Ecco, dignità è forse il suo legato più vero, ciò che ci fa pensare e dire che siamo, tutti noi alessandrini, un po’ più poveri e tristi, ma grati per il dono di averti avuto in mezzo a noi, caro Piero."
Qui, il ricordo di Rita Rossa, Sindaco di Alessandria: «Gli alessandrini oggi sono un po’ orfani perchè ci ha lasciato Pier Giuseppe Alvigini. Un uomo che si è dedicato con grande generosità e passione a far crescere la nostra comunità locale e che, operando in molteplici ambiti sociali, ci lascia un’eredità che non va persa. Desidero innanzitutto ricordare di Alvigini la sua coerenza e la sua lungimiranza. Coerenza nei confronti dei valori di cui ha cercato di essere sempre testimone nella sua lunga vita e che si basavano su un’idea di persona alla continua ricerca del dialogo e della comprensione dell’altro: ricerca condotta da interprete sincero e appassionato del principio della responsabilità di tutti per il bene comune, cardine della Dottrina sociale cristiana. Lungimiranza come ulteriore cifra distintiva di Pier Giuseppe Alvigini. Una lungimiranza soprattutto nei confronti del valore della “partecipazione” e del fattivo coinvolgimento dei cittadini nella cosa pubblica. Da qui è nata l’intuizione, di grande portata, che ha condotto all’introduzione dei “Consigli di Quartiere” quale particolare forma di coinvolgimento civico riconosciuta formalmente dagli anni Settanta dalla nostra Amministrazione Comunale. Quell’intuizione e quella determinazione affinché anche ad Alessandria nascessero le più ampie e diversificate forme di compartecipazione dei cittadini all’ambito pubblico e amministrativo resta una grande eredità che ancora oggi — pur nella modificazione delle forme — perdura nella nostra Città. Come non ricordare, infine, l’impegno generoso di Alvigini nell’ambito della cultura, della divulgazione scientifica, così come in quello del volontariato — con la creazione della rete “Regala un Sorriso” — e del mondo scout alessandrino… Tutti ambiti nei quali questo grande concittadino ha brillato mantenendo sempre quella semplicità di approccio, quella profonda serenità e quel sorriso che, facilitando la relazione interpersonale, ha aiutato tanti — giovani di allora e di oggi — ad accogliere l’invito ad “esserci” e a dire “io ci sto e mi impegno!” per il quale ora, a nome di tutta la comunità alessandrina, lo saluto con riconoscenza e lo ringrazio».
Infine, il ricordo di Don Ivo Piccinini:

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